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Save Me

Il mio lavoro d­edicato ai bambini di­ diverse etnie, vitti­me di guerra, povertà­, abusi e qualsiasi a­ltra forma di violenz­a. Il mio vuole esser­e un "urlo" in grado di attirare l'attenzi­one verso queste creature indifese che spe­sso sono le vittime d­i una società indifferente dove anche la s­erenità dell'infanzia­ viene negata.

Life – 100 x 100
Seni del deserto
Nell’attesa l’indifferenza
Lacrima d’oro
Thinking about you Mama
L’ultimo sogno
A better tomorrow
In cerca di te mamma
Mi hai tolto il respiro (Attacco Chimico)
Sakura
Urla soffocate
Survivor
La sposa bambina – 100 x 140

Save Me è la richiesta, il grido di aiuto che Patrizia Lo Feudo raccoglie e
trasforma attraverso la sua arte. Storie di terre apparentemente lontane, facce
sconosciute che ci appartengono perchè gridano dignità, rispetto. Scorrono
quelle storie, quelle sensazioni che si fondono e si mescolano alla nostra
vita, alla nostra quotidianità dell’egoismo, del consumismo che si rivela finta
e sterile.
Patrizia ferma il suo tempo per vivere emozioni forti, le cattura con i suoi
occhi e ce le restituisce attraverso la sua anima. Donne che nonostante tutto
vivono con fierezza; bambini disprezzati dall’umanità che insegue il “dio”
denaro. Storie che fermano il tempo sulla dignità che facciamo fatica a
comprendere.
Restiamo attonitì dalla violenza di questa verità, è impossibile difendersi da
sguardi sporchi di sofferenza ma così puliti di rispetto. Patrizia Lo Feudo
con la sua pittura scandisce i tempi di queste storie, di queste tristi verità
mescolate all’indifferenza di una società che ormai ha perso e ha smarrito la
sua strada.
Save Me diventa un manifesto che grida rispetto, che invoca dignità e
giustizia. Sono gli occhi di quelle donne e di quei bambini i protagonisti di
questi lavori. Occhi che vivono attraverso le storie che vi si leggono dentro.
Con pochi gesti Patrizia Lo Feudo inserisce in quegli sguardi tutta la scena
che si sta svolgendo, così facendo, noi spettatori diventiamo protagonisti,
spesso carnefici di quella paura che leggiamo in quegli occhi soli.
L’umanità distrugge le favole e costruisce il suo successo sul sangue. Il ciclo
pittorico Save Me è il racconto disarmante di queste mani armate che non si
fermano davanti a niente e nessuno. La natura è rinnegata, l’umanità è
spazzata via.

Save Me! invoca il nostro rispetto. Un ciclo pittorico di forte valenza sociale
che pone l’accento su tante storie di donne e bambini senza nome che questa
vita disprezza ed uccide, usa e vende.
Queste storie hanno la forza di unirci, di farci ritrovare tutti fratelli senza
distinzione. Donne e bambini che attraverso la loro testimonianza diventano
protagonisti di quella ricostruzione morale e sociale che la nostra
quotidianità deve attuare.
Viviamo in nome del progresso inseguendo verità preconfezionate, Patrizia
con la sua ricerca pittorica ci riporta sulla retta via. C’è giudizio, amore,
sentimenti veri che trasporta in ogni gesto che da vita a quelle emozioni che
diventano volti, occhi pieni di pianto, capelli al vento e facce sporche di
terra.
Save Me! diventa un grido di giustizia, ricerca di quella umanità perduta che
ancora possiede un cuore. Impossibile restare indifferenti davanti a tanta
ingiustizia che Patrizia ci restituisce rivestendola di dignità di rispetto.
Queste storie non ci vengono urlate, non veniamo aggrediti dalla brutalità,
ma si insinuano con dignità, in silenzio nella nostra anima.
Una pittura forte, carica, costruità con un forte gesto, dove ruolo cardine
diventa il disegno, elemento essenziale per la realizzazione di questi lavori.
Disegno e colore che si mescolano e danno vita al racconto di questo popolo
che non ha carta d’identità e bandiere. E’ la storia di un popolo che chiede
rispetto. Un popolo che vuole vivere. Che ci guarda e ci chiede di non
restare immobili.

Roberto Sottile
Critico d’Arte